Oggi a Bari si è tenuto un incontro con l’on.Marco Lacarra sul tema della vertenza Baritech per la quale è stata presentata una interrogazione parlamentare. La Baritech s.r.l. è un’impresa avente sede a Modugno (BA) e attiva, prima dell’attuale fase di crisi aziendale, nella produzione di lampade e affini. Da più di un anno, la Baritech s.r.l. versa in uno stato di crisi produttiva e occupazionale che interessa gran parte dei 180 dipendenti. Durante l’estate 2020, lo stabilimento dell’azienda è stato riconvertito alla produzione di Meltblown, un materiale essenziale per la costruzione di mascherine chirurgiche, che le ha permesso la commessa, per il tramite di FCA, per la produzione di 2203 tonnellate di materiale fino al 31 dicembre 2021.FCA ha però deciso negli scorsi mesi di non ritirare parte dei quantitativi prodotti, costringendo l’azienda a fermare dal 1° ottobre 2021 due linee di produzione dando ulteriore corso a CIGS;sia i vertici aziendali che le organizzazioni sindacali rappresentative dei dipendenti hanno richiesto formalmente in più occasioni la convocazione delle parti presso il MISE, con il coinvolgimento dei rappresentanti della Regione Puglia, al fine di individuare soluzioni alla drammatica incertezza produttiva dello stabilimento barese.
Categoria: SINDACATO
Bari antifascista!
Oggi tutte le Camere del Lavoro della CGIL della Città metropolitana di Bari rimarranno aperte per solidarietà al vile attacco fascista alla nostra sede romana.Da Cassano a Coversano, da Triggiano a Castellana fino alla nostra sede barese, le nostre porte saranno aperte per respingere con forza un duro attacco alla democrazia e a tutto il mondo del lavoro.
Per sempre dalla parte della Democrazia, della Costituzione, dell’Antifascismo!
Solidarietà a Mimmo Lucano
Ieri con il Coordinamento Antifascista barese abbiamo espresso solidarietà a Mimmo Lucano con un sit in in P.zza Prefettura. La sua condanna ci restituisce una nazione con un modello che condanna chi crede nell’accoglienza e nell’interculturalità e offre la mano a chi blocca le navi in mare.Questo tipo di decisioni rischiano di produrre un consenso di massa nei confronti della disumanità quando, invece, uno dei principi fondanti di una democrazia è il rispetto reciproco, la solidarietà.Si condanna con questa sentenza un esempio, un esempio positivo bollandolo come “associazione a delinquere”. L’esperienza di Riace non va dispersa perché in grado di generare un valore che va oltre i codici ed è in grado di insegnarci il significato più profondo di accoglienza che concilia la dignità, lavoro e sicurezza a beneficio di tutta la comunità.
Sit-in Piano operativo trasporti
Oggi si è tenuto a Bari un sit-in di FLC CGIL Bari per protestare del mancato coinvolgimento dei sindacati nella determinazione del piano operativo sui trasporti per il prossima anno scolastico. La decisione presa comporta uno scaglionamento degli ingressi a pochi giorni dalla aperture delle scuole che comporterà ripercussioni negative nell’articolazione dell’orario di lavoro con una riduzione complessiva di 30 giorni di lezione e che causerà di conseguenza problematiche per la popolazione studentesca relative da un lato a un mancato equilibrio tra tempi di vita e tempi di studio, essendo costretti gli studenti a dover rimanere presso le proprie scuole, dall’altro alla fruizione dei mezzi di trasporto per cui non si è previsto un potenziamento reale e l’aggiunta di corse coinvolgendo il territorio.Crediamo che sia inaccettabile affrontare il nuovo anno scolastico senza garanzie e sicurezze e che siano gli studenti a dover subire le conseguenze ingiuste delle soluzioni scelte. La mancata mappatura e previsione con le aziende di TPL dei collegamenti all’interno della città di Bari per poter raggiungere la propria scuola, rischia di mettere in difficoltà tutti coloro i quali possono raggiungere la scuola esclusivamente con i mezzi pubblici.
Sono passati 78 anni dal 28 luglio 1943, giornata in cui si verificò la strage di via Niccolò dell’Arca. Persero la vita 20 cittadini baresi, tra molti studenti universitari e medi, insegnanti e maestri che, assieme a tanti altri cittadini di Bari, si erano opposti alla dittatura fascista e in corteo si dirigevano verso il carcere di Bari all’indomani del crollo del regime.Il corteo, pacifico e partecipato, fu represso duramente dall’Esercito, che sparò ad altezza d’uomo uccidendo diversi manifestanti, e altrettanti furono invece fermati e imprigionati. A distanza di tutti questi anni, è necessario ricordare l’impegno dei tanti cittadini baresi in quella giornata e nel processo che portò la città di Bari a resistere ed opporsi al regime fascista, e ricordare la morte delle 20 vittime della violenza e il sacrificio della libertà di tante e tanti baresi.Luigi de Secly, redattore capo della Gazzetta descrisse così quelle giornate:”Oggi, sì, siamo uomini liberi, ordinatamente liberi: uomini che partecipano volontariamente al grande movimento nazionale e si sentono fieri di essere protagonisti della nuova storia”Quest’anno vogliamo ricordare i martiri antifascisti della nostra città ripercorrendo i loro stessi passi: mercoledì 28 luglio, alle ore 17, ci riuniremo nei pressi del liceo Orazio Flacco per attraversare, con una passeggiata antifascista, i luoghi cardine di quel corteo storico e dell’antifascismo barese.A completare la giornata, le vittime del 28 luglio 1943 verranno ricordate con cerimonie ufficiali e la deposizione delle corone di alloro presso via Caduti del 28 Luglio, il cimitero monumentale e il monumento a loro dedicato in piazza Umberto I (rispettivamente alle ore 9, 10 e 18).
20 anni dal G8 di Genova
20 anni fa Genova vide la repressione di una grande forza umana che proponeva un modello economico, sociale, culturale alternativo a quello del G8 che promuoveva un modello liberista che vedeva nella finanza una alternativa all’economia reale, che accettava le assurde disuguaglianze nella distribuzione della ricchezze, che non accoglieva il principio di bene comune. Oggi, 20 anni dopo, i fatti ci raccontano che la storia più moderna è stata caratterizzata dalle stesse derive che i movimenti denunciavano: è tempo di cogliere i nuovi entusiasmi, l’intensità delle rivendicazioni di giovani realtà come Fridays for Future e Black lives Matter che non possono che essere la naturale eredità del Social Forum di Genova. Dobbiamo costruire ponti, connessioni, dialoghi per recuperare e restituire la dimensione pubblica e di Comunità ai temi dell’uguaglianza, dei diritti umani, della giustizia sociale che non può che dipendere dal Lavoro, della cura dell’ambiente, della distribuzione della ricchezza, della non discriminazione, del bene comune, del welfare e dell’innovazione sociale. Un benessere che sa rinunciare a questi valori, è solo il benessere di pochi. Grazie a Zona Franka per l’invito all’iniziativa “Don’t clean up this blood”
La Camera del lavoro di bari nell’ambito del progetto artigianato pugliese, intende affrontare con maggiore attenzione e determinazione la presenza sul territorio. Questa scelta che noi confermiamo anche oggi parte da alcune considerazioni politiche di fondo: la necessità di costruire un sistema di rete con le varie associazioni datoriali di categoria e insieme a queste in un processo di reciproca legittimazione rendere esigibikli istituti contrattuali che rappresentano forme importanti di welfare che per la maggior parte non sono conosciuti dai lavoratori anche per nostra responsabilità nel non riuscire a rendere esigibili le conquiste territoriali che sul piano nazionale abbiamo realizzato.
Nel nostro territorio questa contraddizione è ancora più strifdente in quanto il numero dei lavoratori impiegati in azinde artigiane è di gran lunga superiore a quello di altre aziende.
Da qui la necessità della bilateralità come rappresentanza di servizi.
Il nostro impegno è quindi teso a mettere a disposizione dei lavoratori strumenti di cui oggi non usufruiscono e allo stesso tempo una grande opportunità per noi di essere presenti in tantissime aziende nelle quali non siamo mai stati presenti.
Questa esperienza ci permetterebbe anche di compiere una comparazione più vera tra welfare territoriale e welfare aziendale.
Questo parla a noi e alla nostra capacità di innovarci nell’essere sindacato.
Le pesanti criticità in cui già versava il settore dell’artigianato, acuite ulteriormente dalla crisi economica, determinata dall’emergenza sanitaria in corso e le conseguenti difficoltà delle imprese, richiedono di avviare un percorso di condivisione con i consulenti del lavoro che per noi rappresentano la spinta necessaria a scegliere la strada dell’innovazione insita anche nella dimensione aziendale.
Questo è ancora più vero alla luce della crisi sanitaria ed economica, che dispiegherà i suoi effetti anche nei prossimi mesi e che ha ulteriormente messo in discussione i grandi sistemi universalistici, come la scuola, la sanità, il mercato del lavoro, il welfare.
Sistemi universalistici che la bilateralità può contribuire a non mortificare, bensì a renderli sempre più facilmente esigibili attraverso un lavoro di ricomposizione, di integrazione e di cambiamento rispetto alle mutate esigenze dei lavoratori e della società.
Parlare di bilateralità significa parlare di contrattazione sindacale, di quel complesso cioè di strumenti, enti, fondi in cui le parti sociali agiscono di concerto al fine non solo di addivenire alla sottoscrizione di intese utili al consolidamento della contrattazione ma che permetta alle lavoratrici ed ai lavoratori di usufruire di servizi e prestazioni che talvolta lo stato non eroga.
Ciò è oggi confermato dagli innumerevoli contratti nazionali sottoscritti, i quali hanno previsto o esteso i contenuti della bilateralità con accordi sul welfare, sui premi di produttività ed in generale sulla estensione dei diritti e delle prestazioni, intervenendo per via contrattuale.
Questo momento storico richiede pertanto risposte immediate ai tanti che ci chiedono e ci chiederanno di tutelarli in una fase così difficile.
Pertanto, ragionare sulla bilateralità artigiana oggi, significa mettere a terra quelle tante opportunità che la stessa offre sia ai lavoratori che alle imprese.
Gli interventi che si susseguiranno metteranno in evidenza i molteplici strumenti e sostegni concreti che la stessa offre.
Non ruberò tempo, pertanto, nel soffermarmi sui singoli ambiti di azione, limitandomi ad elencare schematicamente quali sono i principali ossia :
Le prestazioni erogate nei confronti dei lavoratori e delle imprese dall’Ebap sono complessivamente 24 e vanno dal sostegno al reddito per crisi aziendali, al supporto agli investimenti in innovazione, sicurezza e qualità, ma anche borse di studio ed altre provvidenze in favore dei figli di artigiani e lavoratori.
La sanità integrativa, ossia un’occasione per rafforzare il welfare sanitario tramite l’assistenza sanitaria integrativa offerta da San.Arti. che permette agli iscritti di usufruire di prestazioni nel campo della chirurgia, prevenzione, riabilitazione, odontoiatria, diagnostica e medicina specialistica, costituendo dunque uno strumento utile al fine di garantire la salute, anche promuovendo azioni sinergiche con il Sistema Sanitario Regionale per la definizione di convenzioni per l’erogazione di prestazioni sanitarie.
Salute e sicurezza, tematiche di strettissima attualità, perché legate alla sicurezza sul lavoro, all’applicazione dei protocolli di sicurezza e relative misure di protezione dei lavoratori.
Come anche il ruolo degli stessi Rlst diventano importanti al fine di fornire informazioni ai lavoratori sulle misure da adottare in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro, collaborando con il medico competente e con il consulente.
Formazione: altro punto importante che vogliamo sviluppare è legato alla formazione, come elemento di rafforzamento della competitività aziendale e come leva per il miglioramento individuale dei lavoratori, servendoci degli strumenti che ci pervengono dalla bilateralità ossia FondArtigianato.
D’altronde, le stesse parti sociali negli accordi regionali sottoscritti hanno individuato nella bilateralità lo strumento per definire, all’interno di relazioni sindacali partecipate, politiche di settore ed interventi di potenziamento delle competenze individuali dei lavoratori e ancora, attraverso i fondi interprofessionali, specifici interventi in materia di formazione continua.
certificazione contratti
L’attivazione di una Commissione di Certificazione dei Contratti di lavoro, ai sensi del D.lgs. 276/2003, rappresenta un nuovo servizio per datori di lavoro e dipendenti attraverso uno strumento di grande utilità per assicurare la correttezza dei rapporti tra datore di lavoro e dipendenti ed abbattere il rischio di contenzioso. Difatti tramite la certificazione, il contratto riceve un “bollino di qualità” che attesta la genuinità e la rispondenza formale del suo contenuto rispetto alla volontà espressa dalle parti.
Crediamo che i lavoratori e i datori di lavoro, così come i professionisti che li supportano, tramite questo strumento possano migliorare il loro rapporto ed anche accrescere la consapevolezza delle parti in fase di stipulazione del contratto.
Commissione, composta da professori universitari di diritto del lavoro di chiara fama e competenza, la Prof.ssa Madia D’Onghia, il Prof. Bavaro e il Prof. Leccese, garantendo così, non solo la dovuta terzietà, ma anche assicurando, la qualità della Commissione stessa.
Pertanto, pur nella difficoltà di promuovere oggi, in una fase ancora di forti restrizioni anche dal punto di vista dell’ agibilità fisica, abbiamo in questi mesi costituito 16 sportelli di informazione e dispiego delle richieste relative ad Ebap e Sanarti.
Abbiamo, avviato incontri presso le nostre Camere del Lavoro Comunali con consulenti del lavoro e rappresentanti di imprese.
Avviato una campagna pubblicitaria utilizzando i nostri canali social evidenziando le prestazioni di cui poter usufruire.
Possiamo contare su una rete di sedi, praticamente su tutto il territorio relativo alla Provincia di Bari, con i loro coordinatori, operatori dei servizi e volontari che possono oggi essere già presidi operativi per la bilateralità artigiana.
Importante è l’accordo regionale sottoscritto recentemente da parte di tutti i soggetti interessati che conferma come sia necessario avviare una campagna straordinaria su tutto il territorio che rilanci il sistema della bilateralità artigiana pugliese informando e sensibilizzando imprese e lavoratori e nel contempo rafforzando la presenza del sistema bilaterale artigiano sull’intero territorio pugliese.
Ad oggi ci sono circa 20.000 aziende artigiane in Provincia di Bari iscritte all’Ebap Puglia, con all’incirca 80.000 lavoratori, registrando dunque un forte incremento.
Questa importante platea di aziende e lavoratori ci fanno comprendere la strategicità del progetto, nel momento in cui, anche grazie ad una forte interazione con le Camere del Lavoro Comunali, Categorie e Sistema servizi ci può permettere di intercettare una importante numero di lavoratori e offrire loro rappresentanza e tutela, sia attraverso un welfare aggiuntivo garantito dalle prestazioni Ebap e Sanarti sia in merito a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro anche per tramite dei nostri Rlst.
Il Progetto Artigianato, insomma può, in un’ottica di integrazione, ricomporre un sistema di tutele e di diritti, a sostegno del sistema pubblico, che l’emergenza pandemica ha messo in crisi e in discussione, non tuttavia sostituendosi allo stesso, rendendo questo paese meno diseguale e frammentato, più solidale e coeso.
Ripartiamo dal lavoro delle donne
Oggi, presso il Comune di Bari, presentiamo il nostro calendario “Ripartiamo dal lavoro delle donne”. Abbiamo immaginato di invertire un modello di comunicazione: il calendario ha storicamente messo in mostra la bellezza del corpo femminile. Il calendario di CGIL Bari rilancia, invece, il valore del lavoro della donna, ripercorre le difficoltà che le donne hanno incontrato in questo anno di pandemia sottolineando però anche il loro impegno fondamentale, per la nostra società, in questi tempi difficili. Negli ultimi mesi le donne sono state protagoniste dell’emergenza sanitaria. Le nostre rappresentanti hanno continuato l’azione di rivendicazione di diritti e tutele.Moltissime donne però hanno dovuto rinunciare al lavoro: le dimissioni volontarie sono aumentate incredibilmente e questo rappresenta una reale impossibilità di conciliare la vita privata con l’affermazione dei propri percorso di studio, di emancipazione, di occupazione.Le forme lavorative che spesso hanno caratterizzato l’impiego femminile, i contratti a termine, i mancati rinnovi hanno fatto in modo che molte donne si richiudessero nella loro realtà privata. Una realtà privata che non sempre corrisponde ad un nido sicuro: a volte proprio la dimensione privata nasconde frustrazione e rassegnazione e in altri casi violenza e sottomissione. Lo Smart Working non è stata la soluzione, anzi in molti casi ha dimostrato quanto operiamo in un mondo del lavoro che si basa su un modello incentrato sulle esigenze maschili. In tutto questo la Puglia continua ad essere la quinta regione in Europa per divario di genere. Il nostro calendario è in occasione per rilanciare l’esigenza di ricostruire il mondo del lavoro partendo da una attenzione particolare alle esigenze delle Donne, per sottolineare la necessità di strutturare un Patto sociale che faccia della contrattazione una occasione importante per incidere sulle politiche di innovazione, lavoro e sviluppo.
SCELGO IO!
SCELGO IO!
Basta contese sul corpo delle donne.Siamo una storia di diritti e di conquiste incancellabili.
“Scelgo io!” è l’atto di autodeterminazione, di coraggio e di rivendicazione di ogni donna, libera di scegliere del proprio corpo.
“Scelgo io!” è un diritto, la conquista di profonde e intense battaglie delle donne per affermare la necessità di tornare ad essere padrone del proprio corpo.
“Scelgo io!” è un auspicio e una promessa di impegno: perchè la società civile e le istituzioni siano sempre garanti di tali conquiste non ostacolandone l’esercizio.
Il 2020 è l’anno del Covid che sarà ricordato per l’emergenza sanitaria, economica, lavorativa, sociale, determinata dalla pandemia, i cui effetti sono ad oggi ancora imponderabili per estensione e profondità. Stiamo attraversando una recessione profonda con ricadute sugli assetti economici e produttivi, pesanti e durature. Siamo stati catapultati in una nuova dimensione che ha cambiato abitudini e stili di vita. Distanziamento sociale e mobilità ridotta hanno modificato la scala dei valori, rivoluzionandone le priorità. E se è tornata centrale la persona, i suoi bisogni primari, il territorio, l’ambiente, l’altra faccia di questo cambiamento è rappresentato dalla crescita dell’incertezza verso il futuro e dalla paura per la salute e per il lavoro. L’anno che verrà sarà quello delle risposte nuove, inedite e coraggiose, necessarie per non lasciare nessuno indietro a cominciare dalla medicina territoriale, cruciale per il cambiamento delle politiche economiche e sociali. La sicurezza che per noi è da sempre un tema fondamentale, deve muovere ogni logica di confronto e di azione con la parte pubblica e privata. Questo si tradurrà in sicurezza nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli edifici pubblici, nelle città. Il confronto già avviato con l’amministrazione comunale ci porterà a definire quale modello di città la pandemia ha prodotto, definendo azioni cardine per il trasporto pubblico, per quello privato, per la cultura (sperando in Bari Capitale 2021), per l’organizzazione del lavoro nella pubblica amministrazione, ma anche nelle imprese, per la ridefinizione degli orari nelle scuole e nell’ambito dello smart working. Spingeremo sull’acceleratore dell’innovazione, della riconversione ecologica, del cambio energetico, facendo investimenti in settori come turismo e cultura, automotive, siderurgia, edilizia, welfare, pilastri della qualità e della quantità della ripresa produttiva. La sanità innanzitutto dovrà essere uno dei temi cruciali del cambiamento delle politiche sociali, riconfermandone il suo carattere universalistico, adeguandolo alle nuove domande di salute e sostenendolo con un incremento sostanziale delle risorse economiche. L’emergenza sanitaria ha messo a nudo il nostro sistema di welfare, già estremamente debole se pensiamo alle infrastrutture sociali, al sistema territoriale di prevenzione e cura, al sistema per l’infanzia, allo stesso invecchiamento attivo. È necessario un piano nazionale dedicato alla riduzione delle sperequazioni territoriali, con particolare attenzione al rapido potenziamento della rete delle cure primarie e delle case della salute, dei servizi socio- assistenziali e dell’assistenza domiciliare. Punteremo su istruzione e formazione, infrastrutture di cittadinanza e democrazia oltre che strumento strategico per affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile. L’emergenza deve consentire al nostro Paese di recuperare i divari sociali e territoriali storici nel sistema scolastico e universitario attraverso un piano di investimenti pubblici straordinari, rafforzare e valorizzare il sistema della conoscenza e rispondere alle diseguaglianze che hanno ampliato la povertà educativa che nella fase pandemica si è ulteriormente aggravata. Nonostante incertezze e difficoltà, abbiamo continuato a svolgere con entusiasmo la nostra azione e il nostro impegno nel continuare a garantire tutele e diritti a decine di migliaia di lavoratori e pensionati.
A differenza del passato oggi abbiamo una Europa più solidale e l’Italia disporrà nei prossimi anni di 209 miliardi del recovery found, oltre ai fondi comunitari e alle altre risorse europee. Il dibattito politico si sta attardando su chi deve gestire queste risorse trascurando il come gestirle e cosa fare. Per noi le scelte sono chiare: mezzogiorno e città. Se vogliamo far ripartire l’Italia occorre investire nel mezzogiorno, nelle infrastrutture, nella cura del territorio a partire dalle coste e dalle aree interne. Centrale sarà la rigenerazione urbana perche è sulla capacità di risposta che sapremo dare ai nuovi bisogni che si misurerà la capacità del paese di agganciare la ripresa. E infine ma non per ultimo, il mio pensiero è rivolto alle donne. Per troppo tempo si è dato per scontato che la cura dei bambini e degli anziani fosse esclusivamente delle donne che forniscono in questo modo un enorme sussidio all’economia. La pandemia ci ha mostrato l’esatto contrario così come ha brutalmente rivelato cifre che mai avremmo voluto conoscere ma che da sempre erano sotto i nostri occhi. Una donna su cinque ha subito violenza domestica in questo anno. L’uguaglianza di genere e i diritti delle donne sono essenziali non solo per superare questa pandemia, ma per costruire modelli di società che siano paritarie, inclusive e resilienti. Questo deve essere l’impegno da assumere tutti insieme, un passo alla volta non solo per il 2021, ma per sempre.